Arte tattile per ipo e non vedenti | Museo d’Arte di Pordenone
Si tratta di un progetto voluto e realizzato dal Comune di Pordenone con i contributo del Rotary Club del Friuli Venezia Giulia e la collaborazione artistica della Fondazione Artistica allo scopo di favorire la fruizione materiale ed emozionale delle opere custodite nel Museo Civico d’Arte di Pordenone. Il percorso espositivo si snoda attraverso le sale del Museo Civico d’Arte di Pordenone, offrendo ai visitatori ipo e non vedenti la possibilità di conoscere concretamente, di toccare fisicamente grazie alla riproduzione tridimensionale di undici tra le opere più significative della storia artistica di Pordenone e del suo territorio dal Tardo Medioevo alla fine del XIX . Il percorso è stato inaugurato il 22 luglio 2011 con cinque dipinti e tre sculture: Il reliquiario di San Giacomo Minore (secc. XIII-XIV), Antonio de Sacchis ‘Il Pordenone’ Testa di Santo (fine del XV sec.), Giovan Francesco Caroto Ritratto di monaco benedettino (prima metà del XVI sec.), Secante Secanti Ritratto di Gentiluomo (inizi del sec. XVII), Michelangelo Grigoletti Ritratto di Pietro di Montereale (1819) e Ritratto di Angelica Bearzi Pisenti (1845), Luigi de Paoli Il Pordenone e Beato Odorico (fine XIX sec.); nel aprile 2013 il percorso si è arrichito di altre tre opere: Paesaggio di D.Ryckaert (attrib | prima metà del XVI sec.), Icona della Beata Vergine della Passione di Ritzos de Candia (attrIB. | seconda metà del XV sec.) e La Famiglia Busetto-Petic (particolare) di Michelangelo Grigoletti (1845).
Accanto all’originale dunque il visitatore potrà fruire della versione tattile dell’opera stessa.
Sotto il profilo artistico e tecnico esse sono frutto del lavoro attento e scupoloso dello scultore Mario Pessott che ha operato con spirito reverenziale nei confronti del modello e della finalità del progetto. Egli si è immedesimato nelle problematiche di chi non vede con gli occhi, ma vede attraverso l’emozione del sentire con le mani e ha cercato di trasferire nella monocromia del gesso l’immediatezza, la forza delle opere originali e del suo sentire. In questo senso dunque le copie delle opere non sono semplici riproduzioni, realizzati grazie scanner e pantografi tridimensionali; dietro c’è una manualità, c’è un’ umanità, c’è un individualità, che puo’ essere sentita da tutti e che trasforma la copia in un opera d’arte, fatta dall’uomo per l’uomo. Ed è questa l’originalità e l’unicità del progetto del Museo d’Arte di Pordenone
Attualmente il percorso è in ridefinizione a seguito di una ristrutturazione dell’intero percorso museale.
É un progetto che possiamo realizzare anche in altre sedi e situazioni museali
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